Depero e…

Depero e Campari

Depero e…

Depero e Campari

Il legame tra Fortunato Depero e la Campari nasce nel 1924, certamente propiziato dall’amico e futurista Fedele Azari. Ma pur non potendo ricostruire con precisione le circostanze e l’entità delle prime commesse per Campari, se ci spostiamo verso il biennio 1925-26 possiamo osservare alcune opere significative che testimoniano di un rapporto già consolidato. Da una parte un enorme poster per il Bitter Campari che campeggia sui tetti parigini in una foto datata 1926, dall’altra il famoso dipinto a olio “Squisito al selz” . Dalla primavera all’autunno del 1925 Depero era a Parigi presente alla grande Esposizione d’Arti Decorative e, non è perciò fuori luogo pensare che la commessa per Campari sia maturata in quelle circostanze. Poi, nel 1926, Depero partecipa alla XV Biennale d’Arte di Venezia dove presenta un dipinto a olio dedicato al commendator Campari e titolato “Squisito al selz” . La cosa in sé non avrebbe niente di straordinario se non fosse per un’importante precisazione dell’autore che accompagna l’opera a ogni sua pubblicazione: «Quadro pubblicitario – Non cartello»

Per sottolineare questa affermazione, Depero rovescia uno dei principi compositivi più comunemente adottati nella creazione dei poster murali, ovvero che l’altezza debba essere maggiore della base, ordinando invece la figurazione in senso orizzontale. La scena, dominata da notevoli effetti di plasticità e da compenetrazioni scandite da un rutilante cromatismo, rappresenta degli avventori di un probabile Bar Campari mentre stanno degustando il Bitter con il selz, cioè l’aperitivo più alla moda all’epoca. Depero nega l’arte come era stata intesa dalle speculazioni estetiche idealistiche, affermando che il prodotto artistico non è puro, disinteressato o spirituale, bensì utilitaristico e ideologizzato, come avrebbe ulteriormente precisato nel suo manifesto sull’Arte Pubblicitaria Futurista del 1931. L’opera d’arte, insomma, come ben osservato da Glauco Viazzi in uno dei suoi ultimi scritti,  è, dall’ideazione alla fruizione, il veicolo di qualcos’altro.

Quindi è qui evidente che l’incontro con Davide Campari, proprietario ed anche art-director della ditta, e il futurista Depero, rappresenta un caso ben preciso, emblematico, sia nella storia dell’Arte del XX secolo che in quella della Comunicazione.

Per Campari, Depero nel corso degli anni, perlomeno sino al 1931,  crea decine e decine di progetti per manifesti coloratissimi e bozzetti in bianco e nero. Dei primi, pochi saranno usati, proprio perché la Campari verificò che il suo ‘cliente-tipo’ era il medio-borghese  il quale piuttosto che guardare ai muri delle strade leggeva il quotidiano tranquillamente seduto al bar.  E dunque furono soprattutto i bianco-neri quelli effettivamente pubblicati. Ma poi Depero ideò anche arredi pubblicitari, lampade, vassoi, pupazzi di legno, ed anche ‘totem’ pubblicitari.

Alcune sue creazioni di allora erano troppo moderne per l’epoca. Si pensi infatti al ‘Bevitore’  su fondo viola, del 1928: il suo impatto cromatico, notevole anche al giorno d’oggi, se stampato e affisso all’epoca sarebbe stato un ‘pugno nell’occhio’ di chi lo vedeva… per citare una rivista di Pubblicità dell’epoca. Poi, la sua estrema linearità e sinteticità comunicavano (e comunicano) immediatamente il messaggio della degustazione del prodotto. Ma l’aspetto più straordinario è il lettering che, sebbene vecchio di oltre novant’anni, è estremamente attuale, tanto che sembra uscito dalla grafica dei computer, più precisamente da quella di un famosissimo videogioco degli anni ’80 del secolo scorso: “Pac-Man”.

E , poi, un’altra creazione di Depero, già delineata nel 1927 ma entrata in produzione solo nel 1932, è la famosa bottiglietta del Campari Soda che Depero ideò semplicemente rovesciando la sagoma del bicchiere del Bitter, come spesso aveva fatto anche graficamente.

Molti non lo sanno… ma quando prendono in mano la bottiglietta del Campari Soda… prendono in mano una creazione di Depero.

A dimostrare ancora la modernità e l’attualità delle ideazioni di Depero sono le nuove limited edition Campari, che presentano sulle etichette tre differenti grafiche dell’artista, in una nuova versione animata dal colore. Ennesima dimostrazione del forte legame che intercorre, ancora oggi, tra Depero e Campari.

La testimonianza della proficua collaborazione tra Fortunato Depero e Campari è oggi custodita presso “Galleria Campari” che raccoglie tutta la storia del marchio dal 1860 ad oggi.

‘Galleria Campari’ sorge negli spazi della palazzina liberty risalente al 1904, in via Gramsci a Sesto San Giovanni. L’edificio, primo stabilimento di produzione industriale voluto da Davide Campari, è stato ristrutturato dall’architetto Mario Botta che, con grande capacità compositiva, lo ha inserito nel contesto di una struttura moderna, che ospita dall’aprile 2009 l’Headquarters del Gruppo Campari, e sulla cui facciata spiccano, con un sottile gioco dell’inclinazione dei mattoni, due grandi composizioni deperiane.